31 dicembre 2011

Vogliamoci bene!

Vi voglio bene!
Sono sempre quello che crede che la cultura non è una cosa che si studia a scuola.
Sono quello che apre la porta a tutti.
Sono quello che cerca la libertà tra i popoli, o tra gli individui che cercano di limitarla.

Vi voglio bene, a tutti quelli che la pensano al contrario di tutti, o tutti quelli che la pensano come tutti sempre e comunque la pensino tutti.
Sono uno scenziato della limitazione, nel senso che analizzo la mia limitazione e la confronto con il mondo esterno ...beh, devo dire che mi sento limitato mentelmente, perché non capisco come l'uomo non si evolve ad uno stato di consapevolezza dell'essere, e vive con la voglia dell'avere cose che non ha.

Vi voglio bene soprattutto perché percepisco il vostro affetto e perché voglio ricominciare l'anno nuovo difficile che verrà partendo con un segnale di affetto per tutte le persone che leggeranno questo augurio.

Buon duemiladodici!


11 dicembre 2011

Aggrappati all'estate

Passano i giorni, passano i mesi, la vita scorre apparentemente sempre più veloce, sarà che non mi fermo mai, non ho mai il tempo per riflettere e a una certa età il tempo scorre troppo veloce le tappe che ci aspettano non sono così allettanti. Sarà anche che i cambiamenti climatici fanno sì che non ci si accorga che siamo già a dicembre.
In campo ci sono pomodori e peperoni che stanno maturando, penso proprio che a Natale sono maturi!
















Sono impegnato un po' a "tutto campo", nel tessile, nell'autosufficienza e nel restauro.

Cominciamo con il restauro, dopo anni di sofferenza nel vedere il vecchio maggiolone in stato comatoso, mi sono deciso, le sue lamiere non meritavano di finire fuse e tornare in un'auto qualunque !!

















È tornato al vecchio colore originale, un po' appariscente, ma quello è. Per chi si chiedesse che cosa c'entra il maggiolone con la decrescita, io gli rispondo che il maggiolone va anche a legna :)

Riguardo a l'autosufficienza, non sono un insegnate di permacultura, questo lo scrivo perché, nei giorni scorsi, sono stato contattato da alcuni ragazzi che mi hanno chiesto di dare una lezione in piazza a Firenze, cosa che a me mi inorgoglisce, ma oltre che non avere le competenze, mi terrorizza il pensiero di parlare ad una platea.
Sono disponibile a dare "lezioni" sì, ma in pieno campo, come possono confermare mirtillo e le anatre!

Con il cambiamento climatico è fondamentale preparare l'orto d'inverno. I lavori che si fanno adesso sono molto importanti per avere un terreno pronto alla ripresa vegetativa. Se il terreno è molto drenante ed è esposto a venti forti è fondamentale fare un buon lavoro adesso.

Il mio orto sinergico si evolve, da buon "contadino" toscano l'orto diventa orto furbo, furbo perché è un'orto sinergico ma furbamente viene arricchito con concime organico e areato con la forca, cosa che con l'orto sinergico non si fa.
Il metodo nasce dopo vari studi in campo, l'esposizione ed il clima non permettono, in estate, una sufficiente rigenerazione delle leguminose, fissatrici di azoto. Quindi, l'orto sinergico funziona, ma se si arricchisce funziona meglio!
















Tutto nasce prendendo spunto dal più competente Nicola.

Questo è il lavoro svolto:
Arieggiare il terreno senza estirpare le vecchie piantagioni, magari sminuzzare quelle più grosse.
Distribuire una piccola quantità di pollina o stallatico, meglio biologico e di zona se è possibile! (questo materiale oltre che fertilizzare aiuta la decomposizione di tutta la pacciamatura preesistente. Metodo adottato anche da Fukuoka).
Stendere uno strato di cartone (nel mio caso ho utilizzato cartone preforato dall'industria ;) ).
Sopra il cartone mettere un piccolo strato di paglia o fieno che verrà fermato con poca terra (impedirà al vento di portare via tutto e aiutera a far decomporre il cartone).
Seminare negli "appositi" buchi le fave, che presto nasceranno e impediranno ulteriormente di far volar via tutto.

La terra viene da lavori di rioganizzazione logistica fatti per il bene di tutti!

03 novembre 2011

Il rospo nella rete


Non capita spesso di trovare un rospo nella rete per la raccolta delle olive, in realtà non mi è mai capitato!
Il rospo adesso è libero naturalmente, ma voglio dire che il rospo non è in tutti gli uliveti! in realtà nella maggior parte degli uliveti che ci sono dalle mie parti c'è solo erba tosata quasi mensilmente, ed è principalmente gramigna. Con questo posso affermare che se si lascia il più possibile il suolo in "pace" questo riesce a generare più vita di quanto non riesce a generarne un suolo sempre tosato.
La biodiversità è l'unica soluzione possibile per recuperare l'equilibrio terrestre.

Eresie a parte, ieri ho portato una gran quantità di olive al frantoio, alla faccia dell'anno di scarica!
Diciamo che non è record di olive, ma è record di olio da quando ho il mio uliveto.
In totale nelle due frangiture di quest'anno ho franto 2240 kg di olive, per una resa di 298 di olio.
Sono più che soddisfatto!!

20 ottobre 2011

Erbaviola alla TV

Adesso per mia suocera è un appuntamento da non perdere.

Oltre ad essere una bravissima cuoca, l'Erbetta super star, vola in televisione a divulgare la parola decrescita.

Da non perdere l'appuntamento di oggi pomeriggio su Geo&Geo, Rai3, tra le 17 e le 18 dove mostrerà come preparare in casa dei detersivi da bucato ecologici, facilissimi, senza derivati animali e non testati su animali.

17 ottobre 2011

Olio nuovo!

Eccoci! prima frangitura del 2011, prima frangitura anche per il frantoio in cui sono stato, diciamo prima frangitura ad un cliente, perché la nuova macchina era già stata collaudata con olive proprie.

Il frantoio Leonardo si è rinnovato, finalmente anche nella mia zona c'è un frantoio con le nuove gramolatrici che lavorano ad atmosfera controllata. Le olive lavorate così rendono un olio privo di ossidazione, più fruttato e stabile nel tempo.















Quasi sei quintali e mezzo di olive , tutte raccolte nel week end, piccole e vizze per la siccità, mi hanno dato 79 kg di olio I.G.P. toscano :)
La resa (percentuale di olio estratto dalle olive) non è stata entusiasmante, mi aspettavo di più da olive vizze, ma probabilmente il fattore "anticipo della raccolta" incide con la resa.
















Il prossimo appuntamento è per il 31 ottobre!!

09 ottobre 2011

Clima ostile
















Se dico che il clima è cambiato, non dico una banalità, ma è una constatazione!!
Ho sbagliato tutto, ho sbagliato analisi, ho sbagliato ad acquistare un terreno che soffre l'arido e che quando tira il tramontano lo prende in faccia come uno schiaffone.

Il tentativo di applicare un sistema di autosufficienza alimentare in un tale terreno è un'impresa colossale. Qualcuno dirà che l'autosufficienza alimentare non si raggiunge mai con un piccolo pezzo di terra, io risponderò che a livello energetico il mio uliveto raggiunge già il fabbisogno calorico di una famiglia in un anno. Se consideriamo che a lavorarci, apparte la raccolta delle olive e la vendemmia, sono solo io e lo faccio solo come "hobby" vuol dire che si può.

È autunno, in dispensa ci sono già 130 kg di miele, 170 l di vino e l'uva ad appassire per il vinsanto, 5 l di grappa. Sono già state consumate molte verdure, uova, un po' di frutta. Manca il pezzo forte: l'olio, che di kcal ne ha 900 ogni 100 gr.
















Io e Mirtillo oggi abbiamo raccolto l'ultima legna che era rimasta nel "campo" (lui è il solo che mi aiuta), la prossima settimana si comincia la raccolta delle olive e lunedì c'è già l'appuntamento con il frantoio.

A proposito di Mirtillo, ieri sera se l'è vista brutta, un cane testa di c. come i suoi padroni che non lo tenevano a guinzaglio e l'hanno chiamato pure Silvio, ha tentato di farlo fuori. Io e Mirtillo uscivamo come tutte le sere per fare una passeggiata, svoltato l'angolo arriva questo mostro libero e tranquillo; tranquillo per poco, il tempo che la sua padrona mi dicesse che non fa nulla, è buono!!
Mirtillo è molto veloce, ma aveva il guinzaglio, è riuscito a non farsi mordere nonostante il guinzaglio lo limitasse. Il collare che porta non è mai troppo stretto, dopo poco si è liberato scappando con il mostro che goffamente lo inseguiva. A quell'ora non passano molte macchine, ma quando riesco a rangiungerli vedo il mostro Silvio dall'altra parte della strada e Mirtillo seduto davanti al cancello di casa nostra. Proprio in quel momento sta arrivando una macchina, Silvio attraversa e viene investito. Per fortuna la macchina non andava troppo forte, gli si è rotto solo il paraurti, naturalmente il mostro Silvio non aveva neanche un graffio.

11 settembre 2011

Costruire un bollitore.

Non so come si potrebbe chiamare questo coso, per adesso lo chiamo bollitore.
L'idea nasce dal bisogno di avere un recipiente adatto da utilizzare per sterilizzare i barattoli e le bottiglie per le conserve.
Devo dare merito a Mattia per avermi indicato questo sistema con il bidone, anche se ho apportato alcune modifiche di realizzazione rispetto alle sue indicazioni.
Il procedimento per costruirlo è molto semplice, dal momento in cui mi sono procurato il materiale, il tempo per realizzarlo relativamente breve.

Materiale utilizzato: Bidone di lamiera da 200 litri, tubo e curva da stufa del diametro 120 mm., due cerniere, 7 viti autofilettanti.
Gli attrezzi necessari sono: smerigliatrice con disco a taglio per metallo, saldatrice, avvitatore (facoltativo), lima a ferro o disco per smerigliare, pennarello.

Realizzazione: Con il pennarello, tracciare una linea esattamente al centro del bidone per l'intera circonferenza.
















Taglire il bidone, con il flessibile, lungo la linea precedentemente tracciata, smerigliare i bordi per non incorrere a possibili ferite accidentali.
Appoggiare a terra la parte superiore del bidone (quella con l'imboccatura), prendere la parte bassa del bidone e appoggiarla sopra all'altra metà. Saldare per unire i due pezzi. Non è necessario che la saldatura sia perfetta e uniforme.
















Segnare con il pennarelo l'apertura che serve per inserire la legna nel bruciatore, le misure? ...fate un po' voi! tagliare con la smerigliatrice, e aplicare le cernire alla lamira precedentemente tagliata per reinserirla a mo di sportello.
















Dalla parte opposta dello sportello, nella parte superire del bruciatore, segnare con il pennarello un cerchio che ha la stessa circonferenza del tubo che dovrà servire come camino. Fare all'interno del cerchio tre linee in modo da formare sei triangoli. Tagliare con il flessibile lungo le linee ed alzare le linguette appuntite, come si vede nella foto. Inserire la curva e avvitarla con le viti auto filettanti alle linguette (ne bastano tre).
















Messo alla prova si è rivelato molto efficace, con estrema rapidità e con poca legna ha portato l'acqua a ebollizione.
Chi ha esperienza diretta nel bollire le cose all'aperto con il fuoco, sa che il fumo può essere molto fastidioso, specie con il vento. Con questo "coso" il problema non esiste più, in più si utilizza molta meno legna che non mettendo il recipiente sopra il fuoco aperto.

Non è utile solo per bollirci i barattoli, è ottimo anche per farci la lisciva, magari utilizzando le ceneri che rimangono dopo averlo adoperato. Ci si può sciogliere la cera, mettendola in un recipiente separato a bagno maria.

29 agosto 2011

Giallo, verde, misto!

L'avventura mi eccita, sono un impusivo capace di stravolgere il mio essere senza che mi renda conto che non è coerente con quello che mi aspetto di essere.
Il viaggio inteso come viaggio di benessere consumistico non fa parte di me, quando viaggio il mio viaggio deve avere uno scopo-fine, mi deve dare qualcosa che ancora non ho.
Per capire si deve: vedere, provare, agire. Sono stato a Londra non perché mi fa "fico", anzi mi sento un po' "coglione", ma perché volevo provare cosa vuol dire andare a Londra in aereo low cost.
Cosa mi è rimasto di questo? un bel ricordo degli orti che ci sono da quelle parti e tutto il bellissimo verde della campagna ...il resto è caos!!
















ci sono anche delle strane arnie!















Il giallo del mio orto è avvilente come lo sono le arnie saccheggiate dalle solite api selvagge. Il giallo delle viti secche è come il rosso del sangue che ti esce da una grossa ferita. Devono aver provato le stesse cose anche l'anatra e la gallina che stamani ho trovato stecchite nel pollaio.
Il clima è veramente cambiato, si diceva che quando arrivava una pioggia ad agosto l'estate era praticamente finita, ma adesso le piogge arrivano ad ottobre e quando arrivano non finiscono più. I quaranta gradi di fine agosto ammazzano anche un elefante. Le radici delle piante penetrano nel terreno in profondità, ma il terreno adesso è come un biscotto appena sfornato.






























L'orto misto è quello di Nicola, con un bel verde "zucca" e un giallo peronospora dei pomodori ormai seccati! misto anche il maioma con i suoi alberi abbattuti dal vento e quelli ancora saldamente piantati. Anche l'aria che si respira da quelle parti è mista, mista shakerata-calda-fredda. Il misto è sempre la condizione migliore!






























Un saluto affettuoso va a tutti quelli che ho incontrato in questa estate turbolenta, cito: Nicola, Noemi e children (orto di carta), Mattia, Valeria e le bellissime bambine (maioma), Claudio il wwoof (saltimortali) ...vi ringrazio per tutto quello che mi avete dato.


Per finire il bellissimo orto-giardino di Etroubles in Valle D'aosta.





28 luglio 2011

Quando le lumache fanno l'amore!

...è uno spettacolo, ti trovi lì per caso e diventi involontariamente un guardone.

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Senti che sei di troppo, ma non puoi fare a meno di fargli qualche foto da condividere con gli amici.

18 luglio 2011

Regine

Non c'è un ordine in quello che scrivo, non c'è un ordine in quello che faccio, dentro di me regna il disordine.

Sono talmente disordinato che non riesco ad avere un minimo di filo conduttore in quello scrivo.
Siamo a luglio, per me questo è il mese più brutto dell'anno ... il caldo, la siccità, il bar davanti casa con tutta quella gente che fa colazione la mattina alle sette quando dalla finestra della camera da letto entra l'aria fresca del mattino, ...ma facciano colazione a casa sua!!

Volevo mettere un po' di ordine in quello che faccio, ma è come trattenere il mio cane quando vede pisciare un'altro cane nel cancello di casa.
















Mettiamola così... adesso scrivo quello che mi passa per la mente e, non è detto che qualcuno capisca qualcosa.
Ci sono zanzare tigri che mi rompono le palle, non riesco a pensare, Mirtillo si è seduto sul mio piede e starnutisce, anche lui è allergico ...è proprio vero, il cane assomiglia al padrone.

Era ancora primavera quando avevo quattro arnie piene di api, tutte e quattro con una regina ...ebbene, le regine sono sparite tutte. Prima due, e poi le eltre due e non credo che siano sciamate, sono solo sparite! solo una è riuscita a farsi una nuova regina prima di soccombere, per le altre ho dovuto pensarci io.
Adesso sembra tutto a posto, ma ho dovuto sudare parecchio!
Tra l'altro devo ringraziare Mauri per i suoi preziosi consigli.

Le ultime due famiglie erano orfane da molto tempo, il che rende l'introduzione di una nuova regina un po' più complicato per la possibile presenza di api figliatrici. Decido di allevare una regina con un piccolo nucleo prelevato da una famiglia forte, procede bene per qualche giorno, ma il nucleo è troppo vulnerabile, adesso non c'è molto da bottinare, è molto più facile saccheggiare ...sono state saccheggiate!!
Le saccheggiatrici non venivano dal mio apiario, le ho infarinate così che potessi vedere dove rientravano e non rientravano nelle mie arnie.
Rinforzo il nucleo con un altro telaino di covata, lo porto distante dalla saccheggiatrici (a casa davanti al bar). Tutto bene per qualche giorno, le riporto all'uliveto pensando che adesso possono difendersi da sole, ma le saccheggiatrici tornano, distruggono e portano via quasi tutto. Sono fortunato, mentre le saccheggiatrici saccheggiano riesco a chiuderle all'interno, è una buona quantità. Le riporto a casa e vado alla Compa a chiedere consigli.
Compro tre regine, due per le famiglie orfane, una per le saccheggiatrici!!
Inserisco le regine nelle due arnie orfane dopo aver scosso i telaini davanti l'arnia per far cadere tutte le api a terra, così facendo le bottinatrici ritorneranno nell'arnia, le figliatrici no.
Controllo dopo una settimana le due famiglie, purtroppo non riesco a vedere le regine, che tra l'altro sono marcate di bianco, questo mi fa stare male per tutta la settimana successiva. Ricontrollo e finalmente vedo una regina ...vedo anche covata in entrambi le arnie, si presume che sia andato tutto bene.
Anche le saccheggiatrici, che adesso sono sulla finestra della mia soffitta, hanno accettato la nuova regina.























Nel disordine della mia testa vedo due arnie piene di api ...sono i due sciami che ho catturato prima dell'estate.
Vedo un'arnia nel bosco, vi chiederete voi ...che ci fa nel bosco? ebbene non potevo fare a meno del miele di castagno e le ho portate più in alto, dove la fioritura del castagno avviene più tardi.
Vedo delle saccheggiatrici che si sono pentite di quello che hanno fatto e diligentemente stanno rimettendo tutto a posto per garantire un felice futuro alla nuova famiglia!!

17 giugno 2011

Consociazione sbagliata

Ci sono tante verità, alcune semplici alcune inarrivabili.

Ho iniziato a fare l'orto che ero un bambino, avevo il mio pezzetto di terra personale dove imitavo quello che faceva mio padre. Poi sono venuti gli anni che la terra non l'avevamo più, erano anni a dir la verità che la terra non interessa un granché, più che la verdura si cercava l'aiuola da rasare.
L'orto è tornato nella mia vita dopo che sono nati i miei due figli, era un orto che imitava quello di quando ero piccolo, un orto "accademico" anche se non troppo preciso. Il mio orto veniva ospitato in spazzi marginali, dove il terreno era incolto da anni, così capitava che bonificassi un pezzo di terra e l'anno dopo in quel pezzo di terra dovevano farci qualcos'altro. Ad un certo punto mi sono rotto di bonificare la terra altrui, mi sono messo alla ricerca di uno spazio tutto mio dove poter sfoggiare tutto il mio estro!
E' arrivato l'uliveto, un terreno semi abbandonato, con rovi e viti che ricoprivano gli olivi, tutto da sistemare, ma questa volta nessuno mi poteva mandare via.

L'orto all'uliveto è un'impresa all'limite dell'impossibile, ero abituato ai terreni di pianura dove buttavo un seme e presto raccoglievo il frutto, invece all'uliveto buttavo un seme e se avevo la fortuna che arrivava una pioggia a bagnare il terreno arido come il deserto, questo nasceva, poi passava qualche animale selvatico e lo mangiava!

Piano piano ho preso le misure, una buona recinzione per tenere lontano i selvatici, un sistema di accumulo di acqua piovana (fino a 20.000 litri), ho spianato e migliorato il terreno dove seminare.
Finalmente sembra tutto a posto per un raccolto garantito ...ma per uno sperimentatore come me ci sono sempre degli imprevisti!
















Come si vede dalla foto il terreno è molto fertile grazie anche al carbone, ma si vede anche un gran groviglio di vegetali che si soffocano tra loro e questo dipende da una piccola ingenuità.
Ad aprile sono stato ad un mercatino biologico dove vendevano antiche varietà di piante da frutto e sementi biologiche, chiedendo una varieta di fagiolo nano resistente alla siccità, mi offrono questa bustina dove le indicazioni sono in francese, mi fido, sono nani, così li metto in consociazione con peperoni e melanzane.
Adesso so che non sono nani, c'è scritto nella busta!
Varietà rampicante dai grandi grani.I baccelli possono essere lunghi anche 20 cm e le piante possono arrivare a 2.5 metri di altezza. Naturalmente scritto in francese, non mi sono impegnato molto di tradurre e così mi sono ritrovato in questo casino!!

16 giugno 2011

Noi ci siamo già

Sono passati due anni dal C.I.R. dell'Acquacheta e devo dire che sento un po' di nostalgia di quei posti.
Jimmy e Simona sono i protagonisti di questo documentario presentato al festival Cinemambiente 2009 alla Fiera di Torino.

Buona visione.


06 giugno 2011

L'innesto del cocomero.

Adesso piove, erano gli ultimi giorni disponibili prima della catastrofe!

Ma non velevo scrivere del tempo, volevo solo parlare di innesti dell'anguria o cocomero come lo chiamiamo noi.
Non mi sono mai interessato degli innesti erbacei per ottenere piante orticole più produttive, ma questa volta sono stato stimolato da TroppoBarba che ha lanciato la sfida e come è noto nelle sfide l'ariete non si tira mai indietro!
A me non interessano le piante di cocomero perché non saprei dove piantarle, l'uliveto non è adatto ai cocomeri.
Quando si fa degli esperimenti dobbiamo sempre mettere in preventivo il fattore fallimento, per questo per avere più probabilità che una pianta da me innestata riesca a sopravvivere ho praticato l'innesto su cinque piantine.
Il portainnesto è una zucca, nel mio caso ho usato una marina di Chioggia e un'altro tipo che non conosco il nome, mentre per il nesto dell'anguria ho usato la qualità charleston.
La tecnica usata è la stessa che ha usato TroppoBarba, qui il video.

Ho fatto gli innesti il 7 maggio e dopo un mese posso dire che l'innesto è riuscito per tre piantine, le altre due sono seccate.
















Il risultato è stato soddisfacente ma si può migliorare, anche se c'è da dire che uno di quelli che non ha preso è perché gli ho tagliato il gambo dopo tre giorni, gli arieti sono impulsivi!


21 maggio 2011

Era enorme!

Per chi si chiedesse che fine ha fatto Harlock, gli rispondo che il capitano nelle ultime due settimane si è fatto un mazzo così...
A volte avere dei fratelli che fanno lo stesso mestiere di te, può essere un grande vantaggio, ma anche questa volta il vantaggio è stato per l'altro!! (si fa per dire, perché si è preso una broncopolmonite).

Eccomi! le avventure di Harlock continuano.

Dopo lo sciame del muro, dell'abete, dell'olivo, c'è quello della finestra.
La finestra e quella di un mio amico...
















Lo sciame era enorme, non poteva entrare nell'arnietta piglia sciami, non avevo arnie libere, non potevo acquistarne nuove ...era sabato pomeriggio.

“Chi raggiunge il successo non è un perfezionista, è un’improvvisatore.”
















Ho aggiunto due melari sopra l'arnietta, mettendo anche l'escludi regina per avere la certezza che la regina rimanesse nell'arnietta. Così sono riuscito, più o meno, a farcele entrare quasi tutte. Quasi tutte perché ci è voluto anche una scatola di cartone per metterci quelle ammassate sotto il pellet. Ho legato tutto con delle corde, chiuso la parte aperta con del nastro adesivo, caricato nel furgone e portato all'uliveto. I lavori si sono conclusi a mezzanotte.

08 maggio 2011

Aggiornamenti dall'apiario
















Se non piove si fa il miele!

Sono 40 giorni che non piove all'uliveto, non so se continuare a mettere ortaggi, o lasciar perdere e selezionare quelli a quì tengo di più, visto che l'acqua a mia disposizione non è inesauribile.

Ma se per l'orto le previsioni non sono rosee, per le api si prevede un raccolto straordinario. I primi tre melari, direi a meta fioritura della Robinia, sono praticamente pieni, al punto che ho dovuto aggiungere il secondo melario alle arnie 1, 2 e 3.
La foto l'ho scattata stamani, ma ieri pomeriggio le arnie 2 e 3 avevano la barba come Babbo Natale, cosa che mi a ha fatto insospettire per un eventuale sciamatura. Ho effettuato la visita ai telaini del nido ed ho trovato una cella reale nella 2 e diverse nella 3, le ho tolte ed ho indebolito le famiglie togliendo anche un telaino per arnia di covata e scorte, per metterli nella 4 e nella 5, che sono più deboli. Nell'arnia 4, visto che non cresce ho messo anche una cella reale per sostituire la regina. La cella reale è dell'arnia n° 3, l'ho inserita tra un telaino e l'altro della 4 dopo averla avvolta con della carta stagnola lasciando libera la punta così che la nuova regina può sfarfallare. Questo per evitare che la vecchia regina uccida la giovane rivale trafigendola da fuori.
Presto metterò il melario anche nella n° 5 (sciame dell'olivo), che ha già una buona covata ed è già su 9 telaini.

26 aprile 2011

L'olivo non è troppo alto!

Continua a non piovere, il tempo grigio con l'aiuto della siccità rallenta la crescita delle orticole, mentre i grossi alberi con le loro radici profonde non sentono per adesso la siccità. La robinia sta per fiorire e le mie api nelle ultime due settimane non hanno fatto molti progressi.
Oggi sono stato fortunato, è il giorno dopo di una Pasquetta splendida passata al Veganfest di Camaiore dove ho potuto conoscere di persona la simpaticissima Erbaviola, in più, oggi ho potuto passare quasi tutta la giornata all'uliveto... per fortuna perché altrimenti non avrei potuto ospitare una nuova famigliola di apine nella mia arnietta portasciami ;-)

Sono capitate così, non sono le mie, forse sono attratte dalla bella atmosfera che si respira al mio uliveto, capiscono che quell'uomo barbuto non è come gli altri, non usa veleni!!
Era un paio d'ore che piantavo pomodori, li ho piantati anche a pochi metri dallo sciame, ma incredibilmente non mi ero accorto che lo sciame era nell'olivo vicino all'orto sinergico. Stavo per andare a farmi una pasta nella casina che sento un ronzio, alzo la testa e vedo il ramo pieno di api.
















La pasta può attendere, adesso devo prendere lo sciame! corro a prendere l'arnietta e l'attrezzatura, valuto il da farsi: non posso tagliare il ramo, è troppo grosso, non arrivo da sotto a spazzolare le api... ci vuole qualcosa da tenere l'arnietta sollevata fino allo sciame... perfetto c'è lo scaleo!
















Con lo scaleo ho potuto mettere l'arnietta a contatto con l'albero, così da sopra l'albero ho potuto spazzolare gran parte delle api direttamente nell'arnietta e con l'aiuto del fumo le ho convinte che l'arnietta poteva essere una casa sicura.
A questo punto son potuto andare a farmi questa benedetta pasta, naturalmente dopo aver messo tutti i telaini con foglio cereo all'interno del portasciami.

Così diligentemente le apine sono entrate tutte all'interno.
















Dopo l'abete è troppo alto, c'è l'olivo che è all'altezza giusta e le api sono state messe nel nuovo apiario.

17 aprile 2011

Passato, presente, futuro!

Una vecchia Bertolini 124 è ancora molto utile per procurarsi pacciame per l'orto sinergico.
La Bertolini 124 giace gran parte dell'anno nel box di lamiera che c'è al mio uliveto. Al momento giusto, quando l'erba è alta, la Bertolini si fa trovare sempre pronta, basta metterci un po' di benzina per l'accenzione e un po' di kerosene per utilizzarla (funziona anche con la benzina, ma con il kerosene va meglio, scalda meno e ha una resa maggiore), si da due tirate di corda ed è pronta per falciare il prato, come sempre ha fatto.
















La Bertolini appartiene al passato, il presente è adesso con il bisogno di pacciamare l'orto sinergico alla prime semine di legumi (fagiolini) e le prime piantagioni di stagione (pomodori).

















Il futuro è l'orto sinergico, per quello che rappresenta come evoluzione dell'agricoltura attuale basata sul consumo di combustibili fossili a basso costo.


Sotto il video della Bertolini 124 in moto.

10 aprile 2011

L'abete è troppo alto!

Non sono l'uomo ragno, ma oggi volevo esserlo.

Ormai lo sanno tutti che la permacultura l'abbiamo inventata noi toscani, le barriere frangivento che ci sono al mio uliveto sono la prova. Cipressi e abeti, soprattutto i cipressi con la loro vegetazione fitta, sono stati piantati molti anni fa per limitare la forza del vento che qui porta via tutto.
Perché volevo essere l'uomo ragno? ...perché un maledetto sciame, per fortuna non proveniente dalle mie arnie, si è piazzato in vetta all'abete più alto. Questo è avvenuto ieri, quando tagliavo l'erba intorno alle viti.
La prima cosa che ho fatto e stata di piazzare l'arnia porta sciami sotto, in prossimità dell'abete e sperare che le api la scegliessero come nuova dimora.
Immaginavo che avrebbero passato la notte sull'albero e sapevo che oggi (domenica 10 aprile) sarebbe stato il giorno decisivo per poterle catturare, non ci credevo che queste decidessero di andare nell'arnietta da sole.
Mi sono fatto coraggio, ad un certo punto ho deciso di provare a salire sull'albero. Ho preso la scala, mi sono attrezzato con: maschera, guanti, cintura con cesoie e seghetto per potare, cordicella per far calare il ramo tante volte fossi riuscito ad arrivarci.
Appoggio la scala di oltre quattro metri e salgo fino all'ultimo gradino, mi faccio strada tagliando qualche ramo dell'albero, quando sono a circa due lunghezze della scala, abbasso la testa e penso che è meglio se scendo! ...ci riprovo dopo dieci minuti, supero il punto che avevo raggiunto prima, ma riabbasso la testa e dico: forse è meglio se ci riprovo più tardi!
Mentre facevo autoconvincimento, le api hanno deciso che era il momento di andarsene ...le inseguo saltando fossati e scavalcando recinzioni fino a quando si fermano a circa centocinquanta metri dal punto di partenza. Decido che è il momento di andare a prendere l'arnietta ...ci vado ...torno con un fiatone che mi ricorda i tempi in cui lo sport faceva parte della mia vita. Arrivato dove l'ho lasciato, non sento più il forte ronzio che fa uno sciame quando sciama! MA PORCA MISERIA, dove cavolo è andato??

Non l'ho più trovato, ho sbagliato non dovevo perderlo di vista, si erano fermate momentaneamente, ma non era la loro meta definitiva. Ho girato per un pò, ma niente, sono sparite!

01 aprile 2011

Riepilogo


















Mi scappa la natura!

E' arrivata prepotentemente la primavera e, come tutti gli anni sembra che quando arriva sei sempre in ritardo con i lavori. In realtà quest'anno la natura non mi coglie del tutto impreparato, ho fatto tutto quello che volevo fare ...beh quasi tutto!

Adesso parliamo di api, perché questa è stata la settimana delle api. Per una maggior comprensione di quello che scrivo chiamerò le mie api con numeri che vanno da uno fino a quattro, da sinistra verso destra.

La numero 1, quella verde con il tetto a due spioventi è attualmente la più forte, mentre l'anno scorso era costantemente più debole delle altre. Nella visita ho riscontrato che c'è covata su sette telaini, scorte su due e l'ultimo telaino in costruzione, non c'e nessuna cella reale.
La 2, quella marrone, ha covata su sei telaini, scorte su due e uno in costruzione.
La 3, è leggermente più debole della marrone, ha covata su 5 telaini e mezzo, e scorte su due.
Lo "sciame del muro" finalmente ha trovato una nuova casa, ed è la numero 4. Anche questa sta crescendo bene, con covata su quattro telaini, e poche scorte su un solo telaino.

Come si vede dallo foto, l'arnia numero due, ha da due giorni la trappola per il polline e non è nell'arnia più forte semplicemente perché la trappola non si inserisce nell'arnie che ho autocostruito, cioè la due e la tre.
La uno è destinata ad avere il melario molto prima della fioritura della robinia, TroppoBarba mi chiedeva quale era la fioritura principale nella mia zona prima della robinia, io non sapevo rispondere. In effetti nella mia zona non c'è adesso una fioritura dominante, c'è molti prati, molti frutti, ed è l'ideale per fare un buon millefiori.
Mettendo il melario adesso probabilmente perderò in quest'arnia il raccolto della robinia: adesso non ci sono celle reali, quindi non ci sono pericoli immediati di sciamatura, ma la famiglia e forte e bisogna fargli posto per non stimolare la sciamatura, ma probabilmente la posso solo ritardate visto che siamo solo ad inizio primavera. Immagino che quando toglierò il melario, la famiglia sia pronta per sciamare.
Le altre possono attendere, per eventuali decisioni.

19 marzo 2011

Costruire un pollaio a costo zero in due ore!

Ecco, molti che arrivano a questo post si aspetteranno di leggere un manuale che illustri uno schema per costruire un pollaio... no questo pollaio non ha schemi.
Questo pollaio è costruito completamente con materiali di scarto, recuperati in più volte e conservati in attesa di un efficace utilizzo. Il motivo di questo post è mettere in evidenza che le energie, intese come risorse già disponibili, sono sufficienti per raggiungere una certa autosufficienza senza dover far ricorso alle "scorte personali".
Qualcuno avrà già letto in questo blog giorni fa che avevo recuperato un cassone di legno, con il pretesto di farci un pollaio. Oltre al cassone sono capitate in questi giorni anche alcune lamiere di un vecchio box sradicate dal vento. Il box era di un confinante del mio confinante e le lamiere non interessavano a nessuno.

Molti degli oggetti che compriamo adesso non sono buoni a niente, con l'euforia del momento compriamo cose di materiale sintetico non riciclabile, non riutilizzabile, creato per durare un niente che finisce in breve tempo nella spazzatura creando nuovi problemi.

Torniamo al pollaio; ieri pomeriggio ero ispirato, avevo voglia e anche necessità di fare un pollaio. Non è stato difficile, avevo già tutto l'occorrente: i molari che sorreggono la struttura ce li avevo da tempo, le tavolette in parte erano di "corredo" col cassone, la persianina l'ho trovata sempre alla stessa isola ecologica insieme ad un'altra persianina e una cassettiera dello stesso colore. In più c'è il tetto che è la porta di lamiera del box e i chiodi non mancano mai. Tutti questi materiali sono di recupero (meno i chiodi).
Adesso non vi spiegherò come l'ho costruito passo per passo, non ci riesco, vi lascio la foto. Vi dico solo che il tutto è stato assemblato in poco più di DUE ore.



















Si lo so, penserete, da dove escono i polli? in effetti ancora non è finito, è mio stile non finire mai una cosa quando la comincio, ci sono sempre dei ripensamenti ;-)

AGGIORNAMENTO del 22/04/11

Ripensamenti a parte, il pollaio ha avuto una certa evoluzione, non sono ancora riuscito a fare una recinzione ampia come vorrei, ma intanto le due galline e le due anatre (maschio e femmina) vivono assieme in uno spazio di circa 4 m²





17 marzo 2011

Tempi migliori


















È difficile fare un post in questo momento, la mia attenzione va continuamente alle news del Giappone, l'angoscia di quello che sta avvenendo mi impedisce di reagire positivamente a tutte le situazioni che mi circondano.
Anche se le situazioni che mi circondano non sono certo positive, ad esempio è fallito il tentativo di lasciare libere le anatre all'oliveto, perché nel frattempo qualche animale selvatico si è mangiato l'anatra maschio. Adesso non so più cosa fare, perché non era mia intenzione creare una piccola prigione per animali.

Piove, non si può seminare, non si può fare interventi alle api, ci sarebbe da trasferire la famiglia che avevo catturato dal muro nell'arnia nuova, ma non si può fare con la pioggia.

Io non demordo, nonostante l'acqua stamani sono riuscito a sistemare un po' di ramaglie.


















Mi sono ripromesso che il prossimo anno non brucerò più le ramaglie, devo trovare il modo di utilizzare tutte le parti della potatura dell'olivo. Adesso utilizzo solo i legni più grossi e faccio solo qualche fascina per il forno con i polloni, per il resto faccio un falò come fanno tutti. Devo trovare una soluzione che non mi comporti troppo lavoro per riuscire a sfruttare tutta l'energia possibile.
Intanto, stamani ho provato a spegnere il cumulo di brace che si forma sotto il fuoco, il risultato mi sembra buono, riesco a fare qualche decina di kg di carbonella fine. La userò come ammendante per il terreno, non è biochar, che è prodotto attraverso un processo di pirolisi a bassa temperatura, ma come scrive Nicola di orto di carta, anche il carbone semplice può dare ottimi vantaggi al terreno.