25 dicembre 2010

L'evoluzione umana

Il pensiero è una cosa dello spirito, non appartiene al corpo. L'uomo comune ha imparato ad agire solo con il corpo. Appena nato il piccolo "uomo" viene imbottito di dati immagazzinati dai genitori tramite la televisione e tutto il sistema informativo creato dai procacciatori di potere, l'uomo piccolo non può pensare deve imparare (la scuola pubblica insegna solo quello che è necessario in questa società malata, ma non come vivere in un contesto naturale).
"L'umanità non sa assolutamente nulla" scriveva Fukuoka, la sapienza si crea dal pensiero e dalla pratica, concludo io.
I dati servono per stimolare il pensiero a evolversi, ma dobbiamo sempre partire dal principio per progredire. L'evoluzione sembra bloccata perché ci ostiniamo a voler progredire in una direzione sbagliata, questo lo dice la natura.
Di sbagliato c'è sicuramente il modo di indicare il benessere di una nazione: il PIL, invito gli improbabili lettori a guardare il servizio andato in onda nella trasmissione di reporter del 12 dicembre, Consumatori difettosi.

L'evoluzione avviene con l'eliminazione del "non adatto", l'uomo moderno rischia di non essere più adatto.

C'è un'intera generazione, quella che sta vivendo questa era moderna, che ha perso la percezione di quello che noi siamo veramente, non si chiede il perché siamo qui e cosa stiamo facendo, perché esistiamo in questo universo ...ancora non sappiamo nulla! forse non ci compete, ma diamo la possibilità a chi verrà dopo di noi di poterlo scoprire.

Se non coltivi la terra non hai la percezione dell'esistenza, pensi che tutto è dovuto, che il "pane" cada dal cielo.

Questo non vuol dire che la società moderna deve tornare indietro, anche perché il tempo non torna mai indietro, ma vuol dire andare avanti nell'era futura, dove l'energia non è più ricavata dalle fonti fossili.
Chi non è capace di annullare la costruzione mentale artefatta del proprio cervello non è in grado di evolversi, rimarrà sepolto nell'era moderna, chi non è in grado di riprendere il pensiero dal principio è un uomo destinato a far scomparire la propria discendenza. L'uomo occidentale sta già scomparendo, non si riproduce più!

14 novembre 2010

Volo davanti al circolo

Altra giornata grigia per raccogliere le olive. Al mattino gli olivi avevano ancora dell'acqua addosso, ti bagnavano le maniche della maglia. Poi piano piano si sono asciugati.
Ebbene la raccolta andava a gonfie vele, eravamo in sei, io, figlio, moglie, suoceri e cugino. Un rumore mette in attenzione tutta la truppa e anche i clienti del circolo al di là della strada. Il capitano, l'angelo volante, colui che vola attraverso galassie e pianeti sconosciuti, questa volta fa un volo molto più breve, il ramo sotto di lui si scianca facendolo precipitare a terra, per fortuna senza conseguenze. Beh, poteva succedere anche da un'altra parte... magari senza pubblico!!





Voli a parte, verso mezzogiorno, ricomincia a piovigginare, non sembra, ma ti trovi bagnato senza vedere la pioggia vera e propria. Ci fermiamo per una bella pastasciutta e la solita aringa che porta sempre mio cugino, ormai è tradizione.




Nel pomeriggio un po' bagnato, abbiamo continuato fino a che si poteva vedere, ma non è bastato, sono rimaste da raccogliere le olive di cinque piante. Probabilmente non verranno mai raccolte visto che domani mattina c'è l'ultimo appuntamento con il frantoio.

In totale, in un giorno e mezzo abbiamo raccolto circa nove quintali di olive.

07 novembre 2010

Acqua, vino e olio


















Il vino novello fa bene alle ossa, alla testa e alle olive.

La domenica è sempre umida da queste parti. La domenica rimane il giorno principale che nella terra dell'arcadia si raccoglie le olive, ma se non stai attento nelle cassette ci finiscono le gigantesche lumacone nere che persistono sotto e anche sopra le reti.
Ci sono 1000 m2 di rete per le olive, ci vuole più per stenderle che per farci cadere le olive degli alberi sopra. Ci sono più volontari o chiamiamoli involontari ma costretti raccoglitori che di alberi che gli stanno sopra.
In una domenica così, cominciata con chiamate di rinuncia per maltempo, con volontari che arrivano senza preavviso perchè in pianura è spuntato uno spiffero di sole e io manco me n'ero accorto. Poi arrivano altri, e intanto ha smesso di piovere.
Partono chiamate: qui non piove più... porta il pane, non manca altro... vieni sennò ti si mangia l'aringa!
Gli olivi sono bagnati, se stai sotto e li scuoti è come se piovesse, ma dopo un po' si asciugano. Dopo asciutti naturalmente torna l'acqua, poi smette di nuovo e non piove più fino a buio.
Il vino in questo caso serve, in una giornata grigia come questa la rende quasi gioiosa, specie se il vino è un buon novello prodotto nella stessa terra.

In totale abbiamo raccolto, in un giorno e mezzo, circa 650 kg di olive, che andranno al frantoio domattina 5.30.

18 ottobre 2010

Olio nuovo

Olio nuovo, frantoio nuovo, resa poca! - 10.8 % su 365 Kg di olive.

Era scontato che la resa non fosse delle migliori visto l'epoca della raccolta e l'acqua che è venuto, ma ho dovuto anticipare la raccolta nell'uliveto di sotto per la presenza della mosca.

Il prossimo appuntamento sarà per il 2 novembre, tempo permettendo e raccoglitori permettendo... spero di finire!

12 ottobre 2010

È tornato il mio portatile, ha avuto un leggero malessere!

Devo dare gli aggiornamenti per quanto riguarda i lavori di cantina: la svinatura l'ho fatta giovedì scorso, lo strettoio del nonno ha fatto ancora il suo dovere... grazie nonno!!



















Il risultato sono 150 litri di vino e due secchi di vinacce, che prima di finire nel compost sono state messe a "bollire", perché quì non si butta via nulla!



















Beh, da delle vinacce belle rosse, è vunuto fuori un bel liquido trasparente!



















Dopo le cose liquide si passa a quelle solide, tipo i pomodori dell'orto sinergico, che ancora danno i loro frutti.



















Anche per le olive è arrivato il loro momento, lunedì c'è il primo appuntamento con il frantoio.

26 settembre 2010

Vendemmia 2010

Manca solo una bella doccia poi ho finito.

La vendemmia 2010 è iniziata giovedi nella vigna di ste, si perché se vuoi un buon vino ci vuole una buona uva e l'uva di ste è buona e biologica.
Le mie viti non sono ancora tutte in piena produzione, in più quest'anno molta uva si è ammalata.
Ho finito di sistemare la cantina qualche giorno fa, ho comprato una pigiadiraspatrice nuova (quella dell'anno passato non era mia) il tino, da 3 ql, è sempre lo stesso, per adesso basta e avanza, visto che in tutto ho fatto 2 ql di mosto, poi ne ho tolto una ventina di litri per farci il succo d'uva.



A proposito del succo d'uva, sto provando un metodo nuovo per cercare di evitare che si formino molte fecce sul fondo: lo sterilizzo in un pentolone portandolo a 70° per uccidere i lieviti, adesso aspetto un paio di giorni e lo imbottiglio e lo sterilizzo di nuovo.

L'uva bianca l'ho appesa per il vinsanto, fra tre mesi verrà pigiata, strizzata e messa in un caratello che ancora devo comprare. È importante per il vinsanto che ci siano i lieviti giusti, ci vuole la madre.

Grazie a ste, alla sua famiglia e alla combriccola degli amici vendemmiatori per la bellissima giornata :-)

20 settembre 2010

Alambicco

Capita a volte che vai al mercatino dell'usato e trovi oggetti interessanti.






È successo domenica, finito il giro, proprio sul bancone della cassa c'era questo oggetto misterioso, guardando bene capivo che era un alambicco, l'aspetto insolito mi traeva in inganno.

Non è il solito alambicco con il deflemmatore, il collo di cigno e la serpentina ben in vista.
Questo alambicco ha un sistema molto semplice e forse anche più pratico: la caldaia è un pezzo unico che finisce con un collo conico. La testa si inserisce sopra la caldaia ad incastro ed è una sorta di cappello-bacinella, dove due tubi servono per far circolare acqua fredda nella bacinella sopra, mentre il cappello sotto, una specie di bombetta, condensa i vapori, grazie alla refrigerazione dell'acqua, che poi finiscono in una scanalatura e infine escono tramite un tubo di scolo.

Il tutto l'ho portato a casa per 20 €

16 settembre 2010

C'era una volta il made in Italy

Che a Prato ci sono tanti cinesi me ne ero accorto, ma che abbiamo la più alta concentrazione d'europa non lo sapevo!
Adesso lo sanno anche in America, c'è un articolo in prima pagina del New York Times.

L'inchiesta prosegue poi con la messa in evidenza della scarsa legalità di queste imprese; "gli operai cinesi che lavorano 24 ore su 24 nelle 3.200 aziende, fabbricano vestiti, scarpe e accessori di fascia bassa, spesso con materiali importati dalla Cina, per venderli a metà prezzo a negozi di fascia bassa nel mondo intero". La causa scatenante, secondo il Nyt, del fallimento del Made in Italy è stata la debolezza mostrata dalle istituzioni in Italia e la tolleranza nei confronti della creazione di tali sistemi. «L'Italia ha consentito ai cinesi di offuscare la linea di demarcazione tra "Made in China" e "Made in Italy", minando il prestigio e la commercializzazione esclusiva di beni di fascia alta».


Ho seguito un blitz a Prato personalmente, dove hanno trovato nove cinesi che dormivano dietro un paravento in un magazzino, sequestrato il magazzino la stessa notte, i cinesi, hanno tagliato il lucchetto e sono entrati per portare via le macchine.






Muniti di telecamera ad ogni portone, si chiudono all'interno non facendo entrare nessuno che non abbia gli occhi a mandorla, e poi dicono che i razzisti siamo noi.

07 settembre 2010

Calabrone assassino


C'è un post di ste che ha molto successo, "eliminare calabroni", non è che sono sadico, o non amo gli insetti, amo tutti gli insetti del mondo, fino a che non mi rompono i c...ni.
È che questi calabroni sono un mese che rapiscono le mie api: volano davanti alle arnie fino a che non riescono a catturare un ape in volo e se la portano via.

Volete sapere cosa ci fa il calabrone con le api?

"Quando il nido è pronto la femmina del calabrone depone le uova, uno in ogni cella, introducendovi l'addome. Dopo cinque giorni ne escono le larve, che rimangono fissate al fondo della cella con l'estremità posteriore del corpo. La madre le nutre dapprima con nettare, poi con alimenti più sostanziosi: come gli altri vespidi piomba sulla preda, l'atterra e le spezza ali e zampe; poi mastica il torace della preda, ricco di proteine per la presenza dei muscoli del volo, afferra la pallottola con le mandibole e la porta alla prole." Fonte

Ecco, a me viene la disperazione...
Sono impotente a un simile genocidio, ho sentito di intere famiglie attaccate e distrutte da calabroni.

04 settembre 2010

Il buco nell'oliva!




Si, l'immagine non è molto a fuoco, ma si vede che si tratta di un'oliva bacata.
Per fortuna è l'unica che ho visto con il buco di uscita della mosca che ha sfarfallato. In molte altre olive c'è il punto d'ingresso dove la mosca ha deposto, ma l'uovo è morto prima di schiudersi. L'uovo e la larva della mosca olearia muore se la temperatura supera i 32 gradi per alcuni giorni.
La temperatura ideale per la mosca è tra i 20 e i 30 gradi, con una forte percentuale d'umidità e quest'anno è già capitato molte volte.

16 agosto 2010

Vacanza breve!

Sono triste!
I cugini di campagna mi aspettavano, ma non la cagna del vicino.

Tutto pronto, i bagagli sono nel furgone, si parte, io, meeme (moglie), max (figlio) e il bastardo irrequieto.
Dopo un'ora e venti siamo arrivati a destinazione, il tempo per piazzare il furgone davanti alla porta della casina-scendere-salutare Pietro (uno dei cugini) e accorgersi che Lillo (il bastardo) è partito alla ricerca dei suoi compagni di merende, ma non sa che c'è una nuova padrona di casa (una simil-pastore tedesco) molto più grossa di lui. Meeme come al solito è molto apprensiva per i suoi cuccioli, corre dietro a Lillo preoccupata per l'incontro con la nuova sconosciuta, la quale si rivela molto più pericolosa del previsto.
Si dice che maschi e femmine non si azzuffano, Lillo avrebbe intenzioni diverse, ma la cagna è una vera macchina da guerra, ha ormai tanti cimeli da mostrare. Meeme per paura che Lillo possa essere ferito, lo acchiappa e lo tira su, mentre la cagna che è veramente imbestialita azzanna tutto quello che c'è da azzannare, compreso braccio e sedere di meeme.

Così finisce la vacanza, due morsi fanno pensare bene a meeme di correggere la rotta e dirigersi direttamente alla rassicurante tana, dove non ci sono lupi e soprattutto lupe.

23 luglio 2010

Le viti e gli innesti

Mio nonno sarebbe stato orgoglioso, la zolfatrice a spalla la usava lui tanti anni fa, classe 1898.

Molte delle vitis vinifera che sono riuscito a tirare fuori dal prunaio che ormai invadeva tutto il mio uliveto, non erano innestate. In particolare due filari di circa 50 piante non producevano uva ed era evidente dall'aspetto che si trattava di viti americane messe probabilmente per un futuro innesto sul campo.

La vite necessita di trattamenti fungicidi, i pericoli più comuni sono l'oidio e la peronospora che non è proprio un fungo, ma va trattato allo stesso modo, di conseguenza è indispensabile avere l'attrezzatura adatta per lo scopo.



















La zolfatrice di mio nonno adesso è molto utile per combattere l'oidio, lo zolfo bagnabile che si dà con la pompa del rame, adesso che l'uva comincia ad essere un po' grossina non penetrerete all'interno dei grappoli.
Mio nonno sicuramente aveva anche la pompa del rame, indispenzabile per combattere la peronospora, ma quella non mi è pervenuta. La pompa del rame l'ho aquistata per 20 € ad un mercatino dell'usato.

Ho cominciato ad innestare le viti l'estate scorsa, ed ho scoperto grazie a ste l'efficacia dell'innesto ad occhio. In una pianta di vite abbastanza forte si riesce ad avere un grappolo d'uva addirittura l'estate dopo.


























In primavera si può innestare a spacco, ma la mia esperienza dice che le probabilità di successo sono inferiori rispetto all'innesto ad occhio.























Il nastro isolante usato per unire e isolare i cavi elettrici, è uno strumento estremamente versatile e in molti casi indispensabile per risolvere situazioni altrimenti complicate.
L'innesto senza il nastro isolante è più difficile, attacca con meno probabilità e occorre più tempo per farlo.

L'innesto a occhio

Materiale occorrente: Porta innesto di spessore 0,5-1 cm, nesto (o marza) dello stesso spessore, nastro isolante, un trincetto, delle forbici da vite.

Il problema dell'innesto ad occhio è trovare il nesto al punto giusto. Il periodo è luglio, si deve cercare un occhio ancora fermo tra i tralci secondari molto vigorosi e nella vite è abbastanza difficile.

Tagliare con le forbici il pezzetto di tralcio dove c'è l'occhio, deve essere di circa 5-6 cm con l'occhio in mezzo. Prendere il trincetto e fare un taglio verticalmente dietro l'occhio. Adesso viene la parte più difficile: aiutandosi con il trincetto si deve staccare la buccia dal legno senza romperla, fatto questo, dovremmo sempre con il trincetto, tagliare la stessa parte nel porta innesto, inserire la buccia con l'occhio e avvolgere con il nastro isolante, che verrà tolto dopo una settimana.
L'occhio rimarrà dormiente fino alla primavera successiva, e il primo tralcio sarà necessario trattarlo con delicatezza, perché si può staccare facilmente e non ne metterà altri.

10 luglio 2010

Diario

Fa caldo!

Il caldo non lo sopporto, le zanzare tigre dell'uliveto sono nauseanti, le api sono cattive, non so, non gli ho fatto niente e loro mi pungono, per questo non gli ucciderò la loro regina, io l'amo la loro regina, ogni volta che la vedo mi fa star bene, figurati se la uccido.

Erano ormai anni che non avevo dei bei ortaggi come quest'anno. Il merito è di tutta quell'acqua che è venuto in primavera e della recinzione anti selvatici.

È un piacere vedere che da una striscia di terra che io chiamo orto sinergico viene fuori chili di ortaggi senza che io sia morto, perché si dice che l'orto vuole l'uomo morto. In fondo basta un impianto goccia a goccia e una buona pacciamatura. Grazie alla mia grossa scorta d'acqua e alla piccola quantità di ortaggi che ho messo, posso stare tranquillo per tutta l'estate.

Dopo l'attacco di peronospora della scorsa settimana, sembra che adesso le viti sono fuori pericolo, è stato fondamentale il tempestivo trattamento con siaram per limitare i danni.

Anche gli olivi promettono bene, ci sono buone probabilità di migliorare la quantità di raccolta dell'anno scorso.
Non ho ancora messo le bottiglie per la mosca, mi manca il tempo, poi fa caldo.



15 giugno 2010

Preso!

C'è la prima volta per tutto caro nipote.

Ricordo molti anni fa quando ancora non ero esperto di api, che riuscii a prendere uno sciame insediato in un muro di blocchi di cemento.
Squillò il telefonino mentre stavo leggendo "storia della mia gente" di Edoardo Nesi, un libro che parlava del declino del tessile di Prato. Il mio lavoro ormai era diventato una sofferenza, non è che mi mancasse il lavoro, ma la sofferenza era riscuotere...
Torniamo allo sciame; mio fratello al telefono mi disse: qui c'è un nuvolone di api che sta entrando nel muro dello stanzone del R..li... e tutti sono terrorizzati. Non mi feci pregare più di tanto, mi recai velocemente sul posto e tranquillizzai tutti che non erano pericolose e che non era il caso di chiamare i pompieri, ci potevo pensare io, ma non subito, che non avevo la mia attrezzatura con me, e poi dopo ci sarebbe stata la nazionale che avrebbe giocato la prima partita dei mondiali del 2010. Gli dissi che sarei tornato il giorno dopo con tutto il necessario.
Il giorno dopo tornai e con il mazzuolo e scarpello cominciai a picchiare fino a creare un foro abbastanza grande per entrarci con la mano, ma ancora non bastava perché il nucleo era posizionato molto all'interno.
Dovetti rompere tutto il blocco di cemento, a quel punto potei staccare i piccoli favi che avevano costruito e posizionarli nell'arnia di polistirolo, e feci così anche con le api. Sai, quello non era il primo sciame che si era insediato in quel muro, perche mi accorsi che c'erano molti favi vecchi rinsecchiti.
Non so esattamente quando la regina uscii perché a un certo punto usai anche il fumo per convincerle ad uscire.
Si attaccarono tutte sulla parete di fianco e mi resi conto che lì c'era anche la regina. Posizionai l'arnia a ridosso del muro e spazzolai le api all'interno dell'arnia, il gioco era fatto.

Caro nipote, non sai la soddisfazione che provai, da quel momento mi sentii un vero apicoltore.






14 giugno 2010

I buoni frutti


















Il telefonino sopra il tavolo mi fa sentire prigioniero di un lavoro che non ho mai scelto, mentre il mio sguardo va verso le foto di una libertà che ho già avuto.

Fuggire non porta bene, le cose si devono migliorare dal dentro, giorno dopo giorno.

Intanto cerco di migliorare le mie capacità di capire il mondo vegetale che tanto mistero ancora nasconde.



Il mistero dei pomodori giganti dell'orto sinergico. I pomodori li ho sempre piantanti in un terreno concimato abbondantemente, ma nell'orto sinergico il concime non ci è stato messo è questi pomodori sono più sviluppati dei loro coetanei vicini di aiuola e concimati.

























La domenica più dolce della mia vita, speriamo che non mi venga il diabete. Il miele delle mie api è dolcissimo, forse anche quello delle altre, ma quello delle mie è più buono.
Ho tolto due melari perfettamente opercolati dalle arnie e smielato circa 35 kg di miele, EVVAII!!!

29 maggio 2010

Troppa barba

Il titolo non è a caso riferito al parigrado neofita, TroppoBarba.





La super famiglia, quella che ha già riempito il primo melario, è probabilmente prossima alla sciamatura. Da quando ho messo il melario non ho più controllato il nido, probabilmente a mia insaputa si sono permesse di prendere una decisione autonoma, la costruzione e l'allevamento di una regina. Eh no! così si fa solo nell'apicoltura naturale, dove Nicola ci illumina in una giusta pratica.

Come si vede dalla foto, solo su due arnie c'è il melario, la terza è la famiglia più debole ancora su otto telaini, non è pronta per il melario, così il melario in più l'ho aggiunto alla famiglia più forte, (non ancora nella foto) che può iniziare a costruire i nuovi favi mentre finisce di opercolare quelli pieni.

15 maggio 2010

Maledetto cervo!

Guardo il cielo e vedo sfrecciare dei minuscoli insetti impazziti per l'occasione che uno spiraglio di sole gli da.
Guardo il cielo e vedo dei bellissimi fiori di robinia.


Guardo in basso e vedo...anzi non ci vedo più dalla rabbia!
Il solito cervo, ormai grosso come un cavallo e abituato a saltare recinzioni più alte delle staccionate olimpiche che i cavalli olimpici di solito saltano... un metro e mezzo di rete da mucche non è bastata a fermare l'intrusione di questo ungulato.
Qualche giorno prima il vicino ha alzato la sua rete, dopo che io avevo recintato, il cervo aveva preso di mira il suo pezzetto di terra.
A me non è che darebbe fastidio se si limitasse a brucare l'erba o a farsi una passeggiata panoramica, ma ci sono circa 20 nuove piante da frutto che cercano di diventare alberi, al cervo piace mangiare i germogli di queste piante impedendogli ogni anno di crescere.




Di 20 piante ne ha visitate 12 e alcune danneggiate seriamente, come se non bastasse si è pappato anche le fave scampate alla razzia dell'istrice.

12 maggio 2010

Acqua che fortuna!

Aspettando il sole faccio un giro all'uliveto e vedo che a volte avere il terreno in pendenza ha i suoi vantaggi. Primo su tutti che l'acqua va via e le piante crescono. Per adesso i 15 m³ di acqua piovana raccolta in cisterne può attendere e ci sono buone probabilità che quest'anno i miei pomodori non seccheranno di luglio.



Le zucche vanno che è una meraviglia, e con la pacciamatura di cartone non le ho mai zappettate.



Guardate come sono belli questi asparagi.



Il favino sarebbe da trinciare, ma il terreno è troppo scivoloso per entrarci con il motocoltivatore.



Intanto che piove guardo il mio orto sinergico e penso a come è bello il mondo quando piove.

26 aprile 2010

Eccole!!


Eccole, belle e agitate, consapevoli di essere in mani poco sicure.
Ho fatto il travaso delle tre famiglie, dalle arniette alle arnie definitive giovedì scorso. Ci sono molti dubbi, ma sembra che in parte siano risolti. Ad esempio il comportamento delle delle tre famiglie non è lo stesso, la più numerosa è molto più agitata all'esterno e questo mi fa pensare ad una programmata sciamatura, mentre la meno numerosa inizialmente si vedevano uscire pochissime api.
Oggi ho riportato i vuoti al proprietario, (le arniette) ed ho chiesto cosa dovevo fare con quelle agitate, mi ha consigliato di controllare se c'è la regina ed eventualmente eliminare le celle reali. Ebbene ho aperto e meraviglia ho visto il telaino con foglio cereo che avevo messo al momento del travaso, completamente costruito, ho pensato che questo è un miracolo.
La regina naturalmente non si è fatta vedere da un principiante come me, ma penso che ci sia, perché ci sono celle con covata nuove.

18 aprile 2010

L'attesa...

Sento gia il ronzio nelle orecchie, non ci sono ancora, ma si percepisce la presenza dal solo fatto che ci sono le arnie.
Ho deciso di iniziare la mia attività di apicoltore con delle arnie razionali dadant-blatt , per il fatto che non avevo mai visto un arnia da vicino fino ad ora. La mia idea iniziale era di provare con un arnia Warre, ma prima di imparare ad andare in bicicletta e meglio imparare a camminare..

Le arnie sono tre, una l’ho acquistata dallo stesso che mi farà avere le famiglie, le altre due le ho autocostruite.














Si respira aria di primavera un giorno si un giorno no.
Le piantine di pomodori cresciute nel maggiolone, adesso sono a dimora, consociate con i fagiolini nani.














In attesa del primo incontro del gruppo “Arcadia Toscana” del social network Bionieri, anche nell’orto sinergico ho aggiunto le piantine di pomodoro, di sedano, seminato i fagiolini nani e tutto è stato pacciamato.














A proposito, per chi è interessato all'incontro di Bionieri, si può iscrivere al gruppo e dare la propria disponibilità.

C'è anche l'attesa per il piccolo "fenomeno" che si esibirà questa sera con la sua chitarra elettrica,

13 marzo 2010

L'auto sostenibile

Ci si chiede quando l'auto è sostenibile. Ebbene ho la soluzione!
Si l'auto inquina... no l'auto non inquina!
La soluzione sta nel trovare il giusto uso dell'auto. Si è vero l'auto ha gia inquinato prima di percorrere i suoi primi Km, e allora l'auto più ecologica è quella che hai gia.
Ecco la mia soluzione: se hai una vecchia volkswagen e tutti si fermano per chiederti se la vendi...

digli di no! altrimenti questi la restaureranno e la faranno inquinare di nuovo.
E allora di che te ne fai?!... è ottima per i pomodori!

05 marzo 2010

Muro a secco

Chi l'ha detto che non c'è lavoro?
Non è il lavoro che manca, sono i soldi! ma se uno si accontenta di poco allora si può essere più felici lavorando per amore. Amore inteso come amore per la vita, per le cose belle, per la pace tra i popoli :-)

Ho iniziato a potare gli olivi un paio di settimane fa, ne ho già potati un terzo, nel frattempo riesco a fare altri lavoretti, tipo innestare, piantare, seminare, ritirare su muretti a secco che con il tempo sono franati.




Nel mio oliveto ci sono molti muri a secco, purtroppo in pessime condizioni.




Quando un tempo la terra aveva valore, i nostri vecchi, dedicavano molto tempo alla cura dei terrazzi, perché il piano doveva servire per seminarci e se franava il muretto si portava giù anche la terra.
Tra un olivo e l'altro per riposarmi un po' ho preso pala e piccone e un sasso per volta il muretto torna su.




Di sassi non ce n'è molti, ma ci sono punti dove basta scavare pochissimo che si trovano dei bei pietroni già squadrati.





Lavorare per amore significa anche lavorare in libertà, libertà di scegliere cosa fare in quel determinato momento.