25 settembre 2009

La vendemmia due

Quando l'ultima cassetta di uva rossa è finita nella pigiadiraspatrice, (prestatami da amici) il livello del mosto nella botte di resina da trecento litri era appena a metà.





...una voce ha detto: e il succo d'uva?
- ...ma...veramente ...pensavo che ci fosse più uva! ...

Per cogliere 150 kg d'uva eravamo in sette: La famiglia, compreso le nebulose, i nonni e mio fratello.
Come dicevo sopra l'uva non era molta, ma prevedo per il futuro un aumento graduale perché molte delle viti che ho recuperato dall'abbandono sono nel selvatico e hanno bisogno di essere reinnestate. Quando abbiamo finito, la truppa si è trsferita al "piano di sopra", dove la pasta madre aveva fatto il suo dovere, il forno doveva essere acceso per una giusta ricompensa del lavoro svolto. La nubulosa più grande sta diventando brava, ha fatto delle pizze buonissime.



I contadini toscani si facevano il loro vino genuino, ma per le feste non si facevano mancare un buon vin santo. In attesa che le mie viti possono darmi la giusta quantità di uva per sopperire alle mie necessità, domenica mattina sono andato a prendermi ben due cassette di uva trebbiano da un contadino di zona, questa è stata sistemata in graticci per l'appassimento e dovrà starci fino a dicemembre, dopo verrà strizzata e messa in un caratello con la madre.



E' uso comune fare il vin santo con il mosto di uva non appassita e l'aggiunta di zucchero, ma quello non si dovrebbe chiamare vin santo!!

20 settembre 2009

La fame di potere
























Sembra che nelle specie viventi della terra, sia vegetali che animali, lo scopo dell'intera esistenza, sia il dominio e la supremazia sulle altre specie e che incosapevolmente porterà al punto di arrivo, alla fine di tutto.

Le più resistenti, le più mutabili, le più cattive, riescono ad aver la meglio sulle altre. L'uomo il più "intelligente", è indubbiamente il più pericoloso. Ha il potere di danneggiare un equilibrio costruito in milioni di anni. Le cose cambiano, il mondo non è statico, si trasforma, si evolve, si avvicina alla fine, al punto di arrivo, ma molto lentamente.
Non è utile anticipare il destino della vita sulla terra. Ritengo che sia utile fare quello che sappiamo fare, osservare, ragionare, agire o non agire, trovare stimoli nelle cose semplici, nelle cose sicure e conosciute, ripristinare se mai è ancora possibile l'equilibrio biologico danneggiato per mettere in sicurezza il nostro meraviglioso pianeta, attualmente l'unico conosciuto vivibile.

Costruire l'arma vuol dire che qualcuno prima o poi la userà.

Adesso mi immagino al di sopra di tutto, un dio che vede tutto e giudica la terra in questo momento. Vedo l'uomo al punto di arrivo, sto aspettando solo che finisca le risorse a disposizione.
L'uomo è bambino, nel suo istinto c'è la conquista del mondo, deve soddisfare ogni suo desiderio provvisorio con ogni mezzo, il mezzo è una centrale nucleare, una fabbrica, una macchina troppo veloce, l'userà fino a che non batterà la testa e si metterà a piangere.
Gli adulti esistono, guardano stupiti, non ci possono far nulla, il potere è dei bambini!

Inspirato da:
Fili di paglia
Orto di carta
Selvatici

13 settembre 2009

La vendemmia

Ci siamo, la prova del nove di Harlock. L'uva è matura, nell'evolversi della vita un individuo deve affrontare i vari ostacoli che trova per arrivare al punto di arrivo.





Il vino è un ostacolo da superare, un icona che ti apre un universo, o ti butta fuori dall'olimpo dei cieli.

La cantina non è ancora completata ma ha un tetto e delle pareti, l'uva è sana e pronta per essere colta e trasformata in nettare del dio Bacco.





La prova del nove perché per un aspirante contadino autarchico di toscana, il vino lo deve saper fare.

Non piove praticamente dai primi di maggio, alcune viti sono secche, gli olivi soffrono, le piante da frutto giovani riescono a sopravvivere grazie alle irrigazioni che mi costano una fatica bestiale, ma l'uva in gran parte sembra non aver risentito la mancanza d'acqua.

04 settembre 2009

I cugini di campagna

No, non mi riferisco al noto gruppo anni 70, ma ai miei veri cugini.



















Un tempo esisteva un podere grande, molto grande... diciamo relativamente grande.




Famiglie numerose, imparentate tra loro, vivevano in simbiosi con l'ambiente circostante.




Poggio Galloro era poco distante. A poggio Galloro ci sono ancora dei ruderi. Si dice che quelle famiglie con quel cognome venissero da lì.



Una di quelle famiglie, quella più numerosa, quella con maggior terra da coltivare, conosciuta fino a valle, grazie anche alla bottega dove potevano vendere i propri prodotti, ecco quella era la famiglia di mio nonno. Poveretto mio nonno, rimase ucciso insieme ad un suo figlio proprio davanti alla bottega. I tedeschi in ritirata alla fine della guerra, seminavano mine come patate ...


Da allora la bottega passò in mano a mio padre, ma con la fuga della gente, dalle campagne, la bottega e il podere ebbero una lenta decaduta.
Costretto a trasferirsi, mio padre lasciò tutto a mio zio. Io non ho fatto in tempo a viverci, perché sono nato alcuni anni dopo. I miei due cugini ci vivono da sessant'anni e non hanno mai preso moglie. Vivono in una porzione di casa lasciando inabitati, un appartamento e una casetta. Ormai sono oltre dieci anni che sono ospite nel mese di agosto in questa casetta.
Tornarci ogni estate è sempre un piacere, anche se negli ultimi anni ci sono stati molti cambiamenti, gli anziani sono quasi scomparsi, le case hanno perso quell'aspetto rustico di una volta, non si coltiva più la terra perché ci sono troppi animali selvatici che non lo permettono.























Fino a tre anni fa, si faceva la battitura del grano con la raccolta manuale, ma anche questa non viene più praticata. Adesso i campi sono all'abbandono. Uno dei miei cugini aggiusta bici in città, l'altro fa il gattaro a tempo pieno e a tempo perso si è specializzato in abbattimento di calabroni con racchetta autocostruita.

Un posto ideale per scoprire il proprio talento





Si fa un po' quello che si vuole