20 gennaio 2009

Dentro di noi

Piove piove piove, luna calante buona per potare i frutti, le viti, seminare insalate, ma piove.
Benissimo, allora si fa come gli antichi, si lascia piovere.

Il clima è sereno rilassato e non più di stress come quando il lavoro ti riempie la vita fino a prenderti l'anima, "il lavoro" intendo quello che non hai scelto perché ti piace, o perché pensi che sia utile per l'universo, ma quello che devi fare per non sentirti un rifiuto per l'umanità.
Le preoccupazioni iniziali per come farò... si sono sostituite con speriamo che non mi chiami nessuno!
Preciso che il mio lavoro, quello vero, è nella tessitura, sono un lavoratore autonomo, specializzato in annodatura tele, le varie ditte mi chiamano al loro bisogno, ma adesso bisogno non ce n'é.
La nostra anima deve essere alimentata dalle cose belle, dai momenti dolci, dall'esaudire il nostro istinto, che di certo non è stare anche più di dieci ore in una tessitura.
La natura ci chiama, non stai nella pelle, è il momento di seminare, è il momento di preparare le nuove colture, il profumo della terra bagnata ci fa rianimare i nostri sensi primordiali ci risveglia qualcosa che non sappiamo come può esistere dentro di noi, sentiamo che la cosa più giusta per il bene di noi stessi è di seminare quei semi, perche è da lì che parte la vita.

5 commenti:

equipaje ha detto...

Harlock mi spiegheresti cosa fa, esattamente, un "annodatore tele"? Grazie :)

Harlock ha detto...

Ho cercato in internet un modo più esauriente di quanto potessi spiegare io.

“Una figura emblematica di lavoratore atipico del passato riguarda il settore tessile, ed in particolare l’”annodino”. L’annodino era quella figura che arriva nell’impresa, annodava una tela e se ne andava. La struttura professionale di questo soggetto faceva sì che, nel momento in cui entrava in azienda, “ne diventava il padrone”: se non c’era lui, il telo non si annodava. Nessuno all’interno dell’azienda aveva la professionalità o le conoscenze per dire a questo che cosa dovesse fare o quanto ci dovesse mettere.”

Il mestiere di annodino inteso come lavoratore autonomo, è nato con molta probabilità a Prato, dove le aziende tessili erano spesso piccolissime, a livello familiare, il telaio stava praticamente sotto casa.
Detto questo il mio lavoro consiste in parole semplici, nell'annodare con una macchina l'ordito finito che è nel telaio, all'ordito nuovo che è in un subbio.

Anonimo ha detto...

Aspettiamo ancora un poco ... aspettiamo con calma che torni primavera.

Il matto ha detto...

Interessante.
Un mestiere che rimane vivo e non viene dimenticato ...
Il matto

Harlock ha detto...

...vivo per necessità

Adesso è più professionale di un tempo, cioè non basta avere la macchina per annodare.