In questi giorni di freddo, mi sono ricordato di una storia narrata da un artista che mi sta molto a cuore: Alberto Bruni
"Erano du giorni boni che facia un freddo da lupi , da pelare ben bene le mani.
I grandi dicevono la sera al focolare che non se riusciva neanche a lavorare. Io giocavo col gatto quando per la prima volta sentì dire che se el freddo calava avrebbe fatto la neve. Quando chiesi che fosse sta neve il babo me disse ch'era un'acqua ma più soda, più bianca e dimolto più fredda. Era sicuro che fosse acqua perché se se portava dentro casa la neve, veloce artonnava acqua.
Il giorno dopo el freddo calò. Quella notte tutto restette zitto, fece chiaro dalle finestre e la mattina tutto era, come aveva detto el mi babo, sodo, bianco e dimolto più freddo. Era venuta, perch'era sicuro che fosse acqua , dal cielo ma dormivo e non l'avevo vista cadere. Non volevono che uscissi de casa ma nonno Vincenzo, che caminava solo con du bastoni, me disse d'andare.
I piedi sparivano dentro quella roba e se cadeva sempre per terra. Feci caso che ai grandi non li piaceva e ai vecchi anche de meno. Invece ai bambini com'ero io piaceva dimolto. Se la tiravano perché era meno dura de sassi, ce scivolavano sopra come quando se slitta su l'olio. Ce se poteva fare una statua come colla creta del fiume o la mota. Anche il cane pareva felice, mentre el nostro gatto era rimasto dentro casa.
C'era un omo che con un bastone batteva un albero per far cadere le pine. Questo piaceva a tutti perché sul foco faciono udore. Un altro ne disse tante perché el su mulo non volea caminare. Tira tira fece tanto de cadere tutto disteso. Noi se rise ma quell'omo ce mandò via".
Alberto bruni
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