Adesso lo sanno anche in America, c'è un articolo in prima pagina del New York Times.
L'inchiesta prosegue poi con la messa in evidenza della scarsa legalità di queste imprese; "gli operai cinesi che lavorano 24 ore su 24 nelle 3.200 aziende, fabbricano vestiti, scarpe e accessori di fascia bassa, spesso con materiali importati dalla Cina, per venderli a metà prezzo a negozi di fascia bassa nel mondo intero". La causa scatenante, secondo il Nyt, del fallimento del Made in Italy è stata la debolezza mostrata dalle istituzioni in Italia e la tolleranza nei confronti della creazione di tali sistemi. «L'Italia ha consentito ai cinesi di offuscare la linea di demarcazione tra "Made in China" e "Made in Italy", minando il prestigio e la commercializzazione esclusiva di beni di fascia alta».
Ho seguito un blitz a Prato personalmente, dove hanno trovato nove cinesi che dormivano dietro un paravento in un magazzino, sequestrato il magazzino la stessa notte, i cinesi, hanno tagliato il lucchetto e sono entrati per portare via le macchine.
Muniti di telecamera ad ogni portone, si chiudono all'interno non facendo entrare nessuno che non abbia gli occhi a mandorla, e poi dicono che i razzisti siamo noi.
2 commenti:
Discorso lungo ... premesso che non parteggio x alcun partito.
Io sono per l'integrazione. Penso che chi entra debba rispettarne le leggi e perchè no, anche le tradizioni e senza rinnegare le proprie, far proprie anche quelle del paese di cui vuol essere parte. Da noi un'errata concezione sinistroide finto buonista (ma x i voti anche di destra) ribalta il ragionamento, senza che (da un lato o dall'altro, si risolva il problema. E' chi accoglie che deve cambiare.
Mettiamo un bel campo rom davanti all'abitazione di chi la pensa così???
...condivido in pieno!
anche se il cinese non è un immigrato come gli altri. Fa parte di un organizzazione più complessa che deve riuscire ad immettersi nel mercato in modo prorompente e dominante.
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